Il Nuovo Mondo by Aldous Huxley

Il Nuovo Mondo by Aldous Huxley

autore:Aldous Huxley
La lingua: ita
Format: epub


Capitolo 14

L’ospedale di Park Lane per moribondi era una torre di sessanta piani, in mattonelle d’un giallo primaverile. Mentre il Selvaggio discendeva dal suo tassicoptero, un convoglio di feretri aerei dai colori allegri si alzò rombando dal tetto e filò al di sopra del parco, verso occidente, a destinazione del Forno Crematorio di Slough. All’ingresso dell’ascensore, il capo portiere gli diede le informazioni richieste, ed egli discese nella corsia 81 (una corsia per Senilità Galoppante, spiegò il portiere) al diciassettesimo piano. Era un vasto ambiente chiaro sotto il sole e la pittura gialla, e conteneva venti letti, tutti occupati. Linda moriva in compagnia, in compagnia e con tutte le comodità moderne. L’aria era continuamente vivificata con melodie allegre sintetiche. Ai piedi di ogni letto, in faccia all’ospite moribondo, c’era un televisore.

Si lasciava funzionare la televisione, come un rubinetto aperto, dalla mattina alla sera. Ogni quarto d’ora, il profumo vivificante della corsia veniva cambiato automaticamente. «Cerchiamo» spiegò l’infermiera che aveva preso in consegna il Selvaggio all’entrata «cerchiamo di creare un’atmosfera pienamente gradevole, qualche cosa tra un albergo di prim’ordine e un cinema odoroso, se capite ciò che voglio dire.»

«Dov’è?» domandò il Selvaggio senza prestare attenzione a quelle spiegazioni cortesi.

L’infermiera fu urtata. «Come siete impaziente!» disse.

«C’è qualche speranza?» incalzò lui.

«Intendete dire, che non muoia?» Egli fece cenno di sì. «No, certo, nessuna. Quando qualcuno viene mandato qui, non c’è più…» Spaventata dall’espressione di angoscia del viso smorto di lui, s’interruppe di colpo. «Cosa c’è, che avete?» domandò. Non era abituata a manifestazioni di tal genere nei visitatori. (Non che, beninteso, i visitatori fossero molti; e del resto non c’era ragione che ci fossero molti visitatori.) «Non vi sentite male, no?»

Egli scosse la testa. «È mia madre» disse con voce appena percettibile.

L’infermiera lo guardò con tanto d’occhi, pieni d’orrore, poi si voltò dall’altra parte. Dalla gola alle tempie il suo viso fu tutta una fiamma.

«Conducetemi da lei» disse il Selvaggio sforzandosi di parlare in tono ordinario.

Sempre accesa, lei lo guidò attraverso la corsia. Dei volti ancora freschi e non sciupati (perché la senilità galoppava così in fretta che non aveva il tempo di far invecchiare le guance, ma soltanto il cuore e il cervello) si voltarono mentre essi passarono. Il loro passaggio era seguito dagli occhi vaganti e senza curiosità della seconda infanzia. Il Selvaggio fremeva guardando.

Linda era coricata nell’ultimo della lunga fila di letti, contro il muro. Sostenuta dai cuscini, guardava le semifinali del campionato sudamericano di tennis sul campo di Riemann, che si svolgevano in riproduzione silenziosa e ridotta sullo schermo del televisore ai piedi del letto. Le piccole figurine si precipitavano di qua e di là sul loro rettangolo di vetro illuminato, come dei pesci in un acquario, abitanti silenziosi, ma agitati, d’un altro mondo.

Linda guardava, sorridendo vagamente e senza comprendere. Il suo viso pallido e gonfio aveva un’espressione di felicità idiota. Ad ogni istante le sue palpebre si chiudevano, e per qualche minuto sembrava che essa sonnecchiasse. Poi con un lieve sobbalzo si risvegliava - si risvegliava ai giochi



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.